Il Grande Evento

BRUCI LA CITTA'

RIAVVIO DI AFO 1 - PROGETTO RIGASSIFICATORE - RICCHE FUFFE E COTILLON.

Conferenza stampa questa mattina in viale Magna Grecia a Taranto sotto un enorme manifesto di 12 metri per tre organizzata da Cittadini, Associazioni e Comitati per dire NO! all’accensione dell’Altoforno N.1 dello stabilimento siderurgico. Un evento NEGATIVO è la sintesi scaturita dai vari interventi, che si sono succeduti, un EVENTO FORTEMENTE CONTRASTATO e non in  armonia con una città, stanca della mancanza d’attenzione verso una popolazione stremata da malattie e morte causate dalle varie presenze industriali e non solo.

Il ministro dello sviluppo economico e del Made in Italy, Adolfo Urso verrà a Taranto martedì 15 ottobre intorno alle ore 14.00 “per premere il pulsante” metaforicamente scrivendo, che avvierà le procedure per l’attivazione di questo impianto “a CARBONE” fortemente contestato e non voluto dai cittadini di questa sfortunata e bellissima città, che sicuramente merita altra visione ed altra economia.

“Probabilmente, lei schiaccerà un tasto, un interruttore o qualcosa del genere. Sarà un atto simbolico, naturalmente, del quale andrà fiero.
Quel tasto, quell’interruttore non avvierà un altoforno, ma innescherà una nuova bomba di elevato potenziale inquinante, i cui venefici risultati ricadranno su centinaia di migliaia di esseri umani – bambini, donne uomini -, minandone ulteriormente la salute”, dichiara Massimo Castellana dell’Associazione Genitori Tarantini.

 “Pochi giorni fa – aggiungono cittadini e associazioni rivolgendosi al ministro – lei ha anche annunciato che il presunto “piano industriale e ambientale” verrà presentato nel 2025. Il che vuol dire, tra le altre cose, che quello con cui lei sta sponsorizzando ora la ripartenza del siderurgico, sia lo stesso piano che é stato bocciato in precedenza perché fuori dagli standard ambientali”.
 “Lei – attaccano ancora gli attivisti – sorriderà, stringerà mani di personalità istituzionali e non, forse brinderà a un successo che il suo governo ha così prepotentemente voluto. Fino a che punto si possono spremere i lavoratori e gli operai per il profitto? Fino a che punto può negare le evidenze medico-scientifiche? Fino a che punto può chiudere gli occhi davanti a ben 5 condanne dello Stato italiano da parte della Cedu per non aver tutelato la vita dei cittadini di Taranto e di tutti i lavoratori? È tutto questo – concludono – per niente.
 Perché sappiamo bene che quella fabbrica non ha futuro e che non può essere salvata”.

L'autore del manifesto, ZAZA Leonardo

L'intervento di Simona Fersini e Lina Ambrogi Melle

L'intervento di Stefano Sibilla del sindacato LMO

L'intervento di Armando Sallusti e di Pierina Marturano

Si esprimono i cittadini

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