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#TARANTO – LA GRANDE BELLEZZA E LA GRANDE AMAREZZA.
Un video di questa struggente storia, che riguarda tutti gli abitanti di questa sfortunata città, fondata sulla Bellezza, egregiamente composta e raccontata con grande ardore da Massimo Castellana.

Questa è una mano o meglio questa è la mia mano, lo si evince dal fatto che è attaccata al mio avambraccio, che è attaccata  al mio braccio, che è attaccata  al mio corpo e senza segni di sutura, ve lo posso assicurare. E’ una mano perfettamente funzionante e come tutte le mani funzionanti può fare quello che vuole o meglio potrebbe fare quello che vuole, perchè quando questa mano incontra un coltello lo prende così e non lo prende così, o così,  o così. E quando questa mano, incontra il corpo della mia donna, fa così o in particolari momenti magari così, o così, o così, ma mai così, o così, o così, perchè  questa mano per quanta resistenza possa opporre, è sempre comandata da quello che ho qua dentro, ed è per questa ragione che quando questa mano incontra un foglio ed una penna, riesce a scrivere anche storie così.

Mia Madre di Massimo Castellana​

“Da giovane, era la più bella del mondo, mia madre.
Talmente bella che, per una sorta di magia, sembrava che tutto quello che le era intorno venisse spogliato della propria bellezza per arricchire quella di mia madre.
E questa non è una favola inventata dal cuore e dalla mente di un figlio innamorato: è solo ciò che si racconta. Si racconta, per esempio, ma forse è solo una leggenda passata come Storia o la Storia stessa che diventa Mito, che un uomo vide disteso questo corpo gravido proprio nel momento in cui dal cielo sereno cominciava a cadere una fitta pioggia. Un evento talmente sovrannaturale che l’uomo si avvicinò al corpo disteso e, toccando il ventre pregno, predisse: “Questa sarà la più bella tra tutte”. E così fu. Mia madre nacque e in quello stesso istante la gente restò incantata da tanta bellezza. “Irradia luce e amore!” fu il sentire comune e da quel momento, e per gli anni a seguire, da ogni dove in migliaia si misero in viaggio con il solo intento di vederla. Molti, colpiti da tanta bellezza, si fermarono a lungo per ammirarla.
Tutto il suo essere emanava il più intenso e suadente profumo che il mare avesse mai regalato e, per questa ragione, in molti desiderarono di morire avvolti dalle sue braccia, sì.
“Voluttuosa”, venne definita, e “pacifica” e “desiderabile”, ma anche “imprendibile”  e “santa”, perché, per difendere la bellezza che era anche dentro di lei, aveva costruito intorno a sé mura incrollabili.
Sì, ci furono tentativi di prenderla con la forza, ma i suoi figli la protessero ed impedirono che un corpo e un’anima così belli potessero essere violati.
A quei tempi, mia madre era giovane e felice perché vedeva anche nei suoi figli gli stessi ideali di pace e prosperità e amicizia che erano stati i capisaldi della sua vita. Di più, molti di questi figli insegnarono al mondo intero il culto della bellezza e della giustizia, dell’arte e della creatività e, soprattutto, dell’uguaglianza. Aveva detto loro: “Vi dono tutto quello che ho! Tutto quello che ho è per voi!” E aveva tanto da dare, mia madre. Tantissimo!
Col passare del tempo, però, presi da cose più terrene e fuorvianti, i suoi stessi figli cominciarono a non curarsi più della madre; quasi la abbandonarono a se stessa, preferendole il vino e la vita dissoluta. Fu così che, approfittando di questa nuova situazione, altri venuti da fuori, per invidia e odio, riuscirono ad oltrepassare quelle mura. Mia madre fu sfregiata, ferita, violentata, rapinata dei suoi gioielli più belli e dei migliori vestiti che figli e figlie le avevano confezionato per esaltarne ancor di più la bellezza. Fu, per spregio finale, distrutta anche tutta la documentazione che la riguardava e questo le procurò ancora più dolore in quanto i suoi stessi figli cominciarono a non riconoscerla più, dimenticando perfino la sua data di nascita. Dopo le prime, cruente violenze, altri vennero e la possedettero e la spogliarono delle ultime ricchezze, lasciandole solo un’angosciante verità: i suoi figli non erano stati capaci di difenderla.
Mia madre cadde in disgrazia. Ferita e sfregiata conservava, però, ancora tanta bellezza da mettere in soggezione chi la guardasse. E continuò a mettere al mondo figli.
Già, i figli. Mia madre ne ha avuti tantissimi ed ancora oggi, pur vecchia e stanca e malata, riesce ad averne. Sembra quasi un miracolo, dico io. I più sono morti, alcuni con onore, altri nell’ignavia; di quelli che restano, alcuni vivono con onore, tantissimi sprofondati nell’ignavia. Ma mia madre ha fatto e fa ancora di più: come una madre buona, ha adottato ed adotta ancora chi viene a trovarla, trattando questi con lo stesso amore e la medesima attenzione che presta ai suoi figli naturali. Non conosco altro caso di madre che abbia dato tutto il meglio che esiste al mondo ed in maniera così equa ai propri figli; e non conosco altro caso di figli che, con il passare degli anni, abbiano disconosciuto questo senso della giustizia.
Così, come sole che si spegne, calarono le tenebre.
Ed è storia di oggi.
Nuovi violenti stupratori, barbari ingordi, hanno puntato i loro cannoni verso il cielo sparando in continuazione polveri velenose che ricadono sul corpo di mia madre, soffocandolo. Oggi, mia madre è vecchia. Vecchia. Vecchia! Ed è malata. Resta, però, ancora bella. I suoi figli  meno attenti risolvono la questione proponendo semplici interventi di chirurgia estetica. Sono, questi, coloro che la considerano alla stregua di una matrigna.
Ci sono, però, altri figli più attenti, più innamorati. Questi sanno che i tumori che la stanno devastando dall’interno porteranno la madre alla morte. E si ribellano a questa realtà. Combattono per la sua guarigione, senza lesinare sforzi. Vorrebbero vederla ancora bella com’era da giovane, ma anche sana; e felice di vedere felici i suoi figli, tutti.
Adesso non parla più e chiude gli occhi sempre più spesso. Non profuma più di mare perché altri odori, sgradevoli per certi versi, ne hanno soffocato l’essenza. E’ diventata triste (sapete quella tristezza di chi sa che sta per andarsene?), ma, ogni volta che la guardo, riesce ancora a sorridermi. In quel sorriso io leggo ciò che vorrebbe dirmi: “Non preoccuparti, figlio mio. Non è colpa tua.”
“Come, non è colpa mia?” le urlo disperato.
E lei chiude gli occhi per non rispondere. Fa sempre così, da un po’ di tempo.
Io resto lì a guardarla, ancora meravigliandomi perché non l’ho mai vista così bella.
Mia madre è antica.
Mia madre è vostra madre perché mia madre èTARΛΝΤΟ.”
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